FONDAMENTA
Lo studio delle proporzioni dello spazio inizia con il disegno, cioè con il modo in cui ci orientiamo nell’ambiente vitale del mondo.
Inizia con l’ossessione del disegno, col “diventare
un fanatico della matita, disegnando furiosamente, fino a notte fonda, fino a
non sentire più le dita.”
Come accade ai pittori, agli scrittori, ai
fotografi, l’architetto, vivendo come un appassionato e affascinato
osservatore, coinvolto nella conoscenza di ciò che lo ci circonda, e non come
uomo distaccato dal mondo, deve forgiare con
il suo disegno gli strumenti di un’epoca, visualizzando le sue strutture
essenziali e i suoi pensieri originali.
Ma in che modo?
Tradizionalmente il disegno d’architettura è
sempre stato studiato alla ricerca di regole e norme che consentissero di
trovare dei metodi per la rappresentazione della realtà, come nel caso della
prospettiva rinascimentale, in cui l’invenzione del punto di vista e le
conseguenti proiezioni, permettono a chiunque lo voglia di eseguire una
rappresentazione più “corretta” della realtà rispetto alla frontalità medievale.
Il disegno d’architettura è invece
un atto creativo, senza nessuna finalità pratica o teorica, realizzato al solo
scopo di amplificare i meccanismi della conoscenza, per rivelarci quell’invisibile,
molto reale, che sta nel disegno sta tra le linee tracciate sul foglio.