stabilità



















foto; this tongue is produced as a transgression of lexical stability




Che cos’è un’abitudine? 

È solo una catena per noi stessi. 

È un veleno autosomministrato. 

L’inaspettato è allora sempre inaspettato. 

Si sa che è vero. 

In quanto inaspettata, la cattedrale vuole sempre essere inaspettata. 

E' l'edificio manageriale che installa in noi un falso genere di stabilità.

Se osserviamo questo tipo d’architettura, veniamo imprigionati in questo mondo di economia di angoli, di luci, di materiali, e pensiamo che il nostro mondo sia anch'esso dominato dall'economia e dalla funzione come questi edifici.

L’architettura è invece ricca di tensione, va oltre se stessa per raggiungere un’anima umana, rompe le catene dell’abitudine e i miracoli che fanno parte del suo spazio.


fondamenta


FONDAMENTA

Lo studio delle proporzioni dello spazio inizia con il disegno, cioè con il modo in cui ci orientiamo nell’ambiente vitale del mondo. 

Inizia con l’ossessione del disegno, col “diventare un fanatico della matita, disegnando furiosamente, fino a notte fonda, fino a non sentire più le dita.”


Come accade ai pittori, agli scrittori, ai fotografi, l’architetto, vivendo come un appassionato e affascinato osservatore, coinvolto nella conoscenza di ciò che lo ci circonda, e non come uomo distaccato dal mondo, deve forgiare con il suo disegno gli strumenti di un’epoca, visualizzando le sue strutture essenziali e i suoi pensieri originali.

Ma in che modo?

Tradizionalmente il disegno d’architettura è sempre stato studiato alla ricerca di regole e norme che consentissero di trovare dei metodi per la rappresentazione della realtà, come nel caso della prospettiva rinascimentale, in cui l’invenzione del punto di vista e le conseguenti proiezioni, permettono a chiunque lo voglia di eseguire una rappresentazione più “corretta” della realtà rispetto alla frontalità medievale.

Il disegno d’architettura è invece un atto creativo, senza nessuna finalità pratica o teorica, realizzato al solo scopo di amplificare i meccanismi della conoscenza, per rivelarci quell’invisibile, molto reale, che sta nel disegno sta tra le linee tracciate sul foglio.
  

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Attilio Terragni, architetto mail: info@studioterragni.com